LO SCENARIO NAZIONALE

Intelligenza artificiale, potenziale da 310 miliardi all’anno per l’ecosistema Italia

Secondo le stime di Microsoft e The European House Ambrosetti l’aumento di produttività potrebbe far impennare il Pil del 18%. Da un’indagine di Salesforce emerge che solo il 30% delle divisioni IT è in grado di soddisfare tutte le richieste di sviluppo e di integrazione. E una survey di Capterra sui lavoratori evidenzia la necessità di formazione e training per il corretto uso delle piattaforme

Pubblicato il 01 Set 2023

intelligenza artificiale

Quali prospettive riserva l’intelligenza artificiale alle aziende italiane? A fare il punto sul tema sono tre studi: l’uno di Microsoft e The European House Ambrosetti, dal quale emerge che la produttività potrà aumentare fino al 18% e generare fino a 312 miliardi di valore aggiunto annuo, pari al 18% del Pil; il secondo di Salesforce, che rivela come solo il 30% delle divisioni IT sia in grado di soddisfare tutte le richieste di sviluppo e di integrazione, e infine una survey di Capterra, che mette in luce la necessità di formazione e training per il corretto uso delle piattaforme.
Ecco il dettaglio.

Ambrosetti-Microsoft: AI come leva della produttività del Sistema Italia

Le aziende italiane si stiano avvicinando sempre più all’AI, cogliendone gli immediati benefici: un’impresa su 2 ha già provato a utilizzare soluzioni di AI e il 70% di coloro che le hanno testate dichiarano di aver ottenuto vantaggi di produttività. In questo quadro, la produttività del Sistema-Italia potrà aumentare fino al 18% grazie all’adozione dell’intelligenza artificiale generativa, tecnologia dalla portata rivoluzionaria che, nel nostro Paese, può generare, a parità di ore lavorate, fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto annuo, pari al 18% del Pil italiano.

Questo quanto emerge dallo studio “AI 4 Italy: Impatti e prospettive dell’Intelligenza Artificiale Generativa per l’Italia e il Made in Italy”, elaborato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Microsoft Italia. Tra i principali ambiti di utilizzo evidenziati si distinguono il reperimento di informazioni (55%), l’assistenza virtuale (48%) e l’efficientamento dei processi (47%). Tra le principali barriere per la piena adozione di queste tecnologie vengono evidenziate per il 72% delle imprese quello delle competenze e una preoccupazione sugli aspetti di privacy, sicurezza e affidabilità.

AI generativa per mantenere alto il livello di benessere

L’Italia, afferma lo studio, ha bisogno dell’AI Generativa per sbloccare la produttività e contrastare gli effetti avversi di una popolazione che invecchia. La tecnologia può diventare la chiave per mantenere alto il livello di produttività e benessere in un contesto di crescente scarsità del talento e di generale invecchiamento della popolazione. L’Italia entro il 2040 perderà infatti circa 3.7 milioni di occupati: un numero di lavoratori che, con gli attuali livelli di produttività, contribuiscono alla produzione di circa 267,8 miliardi di valore aggiunto. Le nuove tecnologie consentiranno di mantenere invariato lo stesso livello di benessere economico.

Le applicazioni concrete dell’AI Generativa sono trasversali a tutti i settori: il punto non è se ci sarà un impatto, ma quanto sarà importante. Attualmente, il settore finanziario, manifatturiero e sanitario (e scienze della vita) sono i mercati più maturi nell’ambito dell’uso di AI Generativa. I processi aziendali che ne stanno traendo maggiori benefici, grazie a una più efficiente gestione di grandi quantità di dati, sono la R&S, la progettazione e la produzione e supply chain.

Necessario stimolare la digitalizzazione delle pmi

Per cogliere tutte le opportunità dell’Intelligenza Artificiale generativa, l’Italia deve stimolare la digitalizzazione delle imprese, con particolare attenzione alle medio-piccole, e sviluppare le giuste competenze. Secondo la ricerca, per cogliere i benefici stimati dal modello di impatto è necessario accelerare la digitalizzazione di più di 113mila pmi del Paese: uno sforzo di digitalizzazione senza precedenti. Parallelamente, investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze diventa cruciale per preparare la forza lavoro all’inserimento e utilizzo aziendale di soluzioni di AI Generativa. Infatti, all’Italia mancherebbero 3,7 milioni di occupati con competenze digitali di base e 137mila iscritti in più a corsi di laurea Ict per abilitare l’implementazione di soluzioni di AI Generativa nel tessuto economico italiano.

“Dall’AI benefici senza precedenti”

Salesforce: AI cruciale per l’89% dei leader IT

In Italia l’89% dei leader IT prevede che l’AI generativa svolgerà un ruolo cruciale all’interno delle proprie aziende nel prossimo futuro. Un dato che fa il paio con la crescita negli investimenti in automazione entro i prossimi 18 mesi. È quanto viene rilevato nell’ultimo State of IT, il report di Salesforce condotto su oltre 4.000 leader nel settore IT (tra cui 200 in Italia) che rivela le nuove tendenze e offre anche un’analisi delle priorità, delle sfide e della direzione strategica che i leader del futuro dovranno intraprendere.

Il 55% proeccupato per le implicazioni etiche dell’AI

L’80% dei leader IT del Paese ritiene che il ruolo dell’AI nelle proprie aziende sia ben definito. Tuttavia, i leader procedono con cautela e il 55% si dice preoccupato per le possibili implicazioni etiche. Emerge inoltre che il 52% delle divisioni IT ha difficoltà a tenere il passo con le richieste del business e si prevede che questa percentuale aumenterà dal momento che il 66% dei responsabili prevede un aumento delle necessità aziendali nei prossimi 18 mesi. In risposta, il 92% dei leader IT del Paese dichiara di concentrarsi sempre di più sul miglioramento delle operations.

Necessari nuovi approcci di sviluppo e integrazione, focus sulla sicurezza

Solo il 30% delle divisioni IT italiane è in grado di soddisfare tutte le richieste di sviluppo e di integrazione di nuove applicazioni che riceve. Lo squilibrio tra domanda e offerta di soluzioni richiede nuovi approcci. Gli strumenti low-code e no-code ad esempio hanno visto un’impressionante diffusione, attualmente sono utilizzati dall’84% delle divisioni IT. Per incrementare la propria produttività, il 47% di loro utilizza anche la componibilità, ovvero l’utilizzo di blocchi standardizzati e riutilizzabili di funzionalità predefinite a favore del codice personalizzato.

Intanto le tecnologie in rapida evoluzione consentono alle aziende di creare applicazioni innovative, ma possono anche introdurre nuovi elementi di vulnerabilità legati alla sicurezza. Ciò crea un dilemma per i team IT e i loro stakeholder. Infatti il 63% dei leader IT italiani ha difficoltà a bilanciare gli obiettivi di business e di sicurezza, e questo li spinge ad adottare una serie di misure di difesa. Sebbene l’elenco delle minacce di cui preoccuparsi sia lungo, sono i malware, il phishing e i sistemi legacy vulnerabili a destare maggiore preoccupazione. In risposta, il 46% delle aziende IT del Paese si avvale di strumenti di crittografia dei dati e il 55% l’autenticazione a più fattori.

Capterra: uso dell’AI generativa non regolata in un’azienda su due

Come reagisce a tutto questo il mondo del lavoro? A fare il punto è una survey di Capterra, secondo cui i lavoratori italiani sembrano dividersi tra chi vede negli strumenti di intelligenza artificiale generativa un’opportunità per risparmiare tempo ed essere più efficienti, e chi invece teme di essere sostituito da questi.

Quello che sono in grado di fare gli strumenti di intelligenza artificiale generativa ormai non è più un segreto per molti lavoratori che per semplice curiosità, o magari per necessità, hanno deciso di provare le loro diverse funzioni. Risulta però che non tutti sono completamente trasparenti con il proprio datore di lavoro riguardo l’uso di IA generativa. Infatti, dallo studio emerge che il 13% dei lavoratori non ha informato la propria azienda dell’utilizzo di intelligenza artificiale generativa e tra i principali motivi vengono elencati i seguenti: il 44% di questi non pensa che sia rilevante informare l’azienda; il 28% ha paura che il proprio manager dubiti della qualità del lavoro prodotto; il 16% teme che il proprio manager possa pensare che lavori meno. Dei dipendenti che utilizzano apertamente l’IA generativa in azienda (ovvero l’87% degli intervistati), solo il 50% dichiara che la propria azienda ha già stabilito e implementato delle regole per l’uso di queste tecnologie al lavoro. Stiamo quindi parlando di un’azienda su due che al momento non regola l’uso di questi strumenti.

Necessario diffondere consapevolezza e informazione

Quando non si conoscono i rischi e pericoli che possono nascondersi dietro certe tecnologie, questi aumentano spropositatamente. E questo i dipendenti lo sanno, tant’è che il 95% del totale degli intervistati risponde “sì” alla domanda “Dovrebbero esserci delle linee guida per regolamentare l’uso di tools di IA generativa sul lavoro?”. Per le aziende uno dei primi passi da fare, una volta stabilite le regole necessarie, è sicuramente diffondere consapevolezza e informazione sull’uso dell’IA. Solo il 40% tra coloro che usano apertamente IA generativa in azienda ritiene però di aver ricevuto un training sufficiente; il 46% vorrebbe più preparazione, mentre il restante 13% afferma di non essere stato preparato per l’uso di IA generativa al lavoro.

Il 43% teme di perdere il lavoro a causa dell’AI

Parlando di rischi, oltre a quelli di cybersecurity, di privacy personale o legali, per una buona fetta di lavoratori italiani il rischio principale legato all’utilizzo di intelligenza artificiale generativa è quello di perdere il lavoro. Il 43% degli intervistati infatti condivide la preoccupazione di essere sostituito da IA generativa nei prossimi 5 anni.

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